Correva l’anno 1501 dc …
Nella provincia occidentale di Firenze vi era un borgo non molto popolato ma altresì operoso il cui nome era Montelupo, il quale proprio per l’approssimarsi alla sua provincia fu nomato con l’appellativo “fiorentino”. Questo aneddoto parla di pallone e per la precisione di calcio nella sua accezione storica. Qui nel borgo vi era una squadra che portava il nome di Montelupo la quale dopo anni di sofferenze e tribolazioni si avviava a principiare un campionato non così distante dalle grandi squadre che in quegli anni dominavano: la Juventude, la Romae, il Mediolanum. La compagine era vigorosa e forte ed alcuni valorosi giocatori di passaggio per quelle terre si erano fermati conquistati ed avevano deciso di sollazzarsi e difendere il vessillo di Montelupo. La stagione principiò ma purtroppo non fu così esaltante per via di alcuni terribili infortuni che tolsero dalla tenzone sicuri protagonisti. Molti condottieri valorosi lasciarono arti sui campi di battaglia e la compagine si ridusse a lottare distante dalle prime della classe, nonostante il grande impegno profuso dai reduci e dall’allenatore messer Baccio.
Ma si sa, in questi momenti di sconforto che seguono attimi di grande euforica speranza si ha sempre la necessità di trovar oltre la sfortuna un colpevole cui chieder conto ed iniziaron dunque i malumori. Al mercato non si parlava d’altro che dell’insoddisfazione per quanto avrebbe potuto essere e non era stato. In cuor loro i tifosi sapevano che gli avversi accadimenti avevano pesantemente influito e il povero messer Baccio aveva poca colpa ma di qualcosa bisognava pur parlare. Fu in quel momento che alcuni loschi figuri di nero vestiti e col naso adunco che mai si erano visti gioire nei momenti di fasto, iniziarono a fomentare sadicamente il malumore financo a chiedere l’esilio dell’allenatore costringendolo a vivere lontano dal suo amato Borgo.
E così, come capitato anni prima a Jacopone che nel 1250/51 condusse il Todi alla retrocessione, anche messer Baccio fu vittima di una congiura ai suoi danni ordita e fu esiliato. A eterna memoria, si ammira ancora oggi sui muri di alcuni palazzi del granducato di toscana l’effige in marmo con su scritto “Via Baccio da Montelupo”.
by Marzocco Viola
NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione
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