Fiorentina: I giocatori non vogliono più tornare a casa. Rischio ritiro fino a giugno

Quello iniziato dopo la sconfitta di Bergamo doveva essere un ritiro punitivo. Almeno così era nelle intenzioni della proprietà definita furente dai media. Il luogo scelto come “prigione” dalla Fiorentina è Villa Olmi; un ameno luogo isolato a due passi dal nuovo centro sportivo di Bagno a Ripoli. Dalle anguste finestre sbarrate delle piccole celle, la visuale punta sui campi dove le ruspe stanno preparando i campi di lavoro ove nei prossimi mesi i reclusi verranno tradotti per l’ora d’aria a sgambare dietro un faticosissimo pallone. Qualcuno ha già iniziato a scrivere le proprie memorie su improvvisati libretti in carta riciclata mentre i meno fortunati lasciano frasi con le unghie sull’intonaco. In questo scenario straziante però, è iniziata una lenta conversione di gruppo che ha fatto maturare nella testa dei reclusi, l’idea che in fondo questa punizione sia meritata. Convinti di non aver dato tutto e di essere adunque colpevoli, i segregati di Bagno a Ripoli stanno sviluppando la sindrome di Stoccolma che li lega in maniera morbosa ai camerieri in guanti bianchi e alle colf che con sguardo severo si prendono cura di loro. Senza voler far nomi, qualcuno ha già confidato al parroco di essersi convinto di meritare tale carcere almeno fino a giugno e di non voler far dunque ritorno tra le mura domestiche in braccio agli affetti più cari. “Più colf meno mogli” si legge graffiato nel muro di una cella che volge a sud. Siamo certi che stasera vedremo una squadra diversa, pentita, pronta a dimostrare che le “segrete” di Bagno a Ripoli stanno temprando il suo carattere e che questa sia stata un’ottima scelta da parte della proprietà. Da protrarre almeno fino a giugno.






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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