Uno storico tifoso viola, che per ovvie ragioni preferisce mantenere l’anonimato, ci confessa come è cambiata la sua vita negli ultimi due anni. Una testimonianza toccante, che dovrebbe servire come esempio per chi, ancora oggi, si reca puntualmente allo stadio ogni domenica.
“Vado allo stadio dal 1976, quando mio padre mi portò a vedere la mia prima partita. Era un Fiorentina-Cesena finito 3-1 per noi, lo ricordo come se fosse ieri. M’innamorai subito di quelle maglie viola che correvano sul campo verde brillante. Avevo 6 anni e fu un colpo di fulmine. Il mio primo abbonamento fu in curva, nella stagione ’84/’85, e da allora per oltre 30 anni ho sempre rinnovato. Tante cose sono cambiate nel frattempo. Nel ’97 mi sono sposato con Beatrice, nel 2003 è nato Matteo mentre Niccolò ha visto la luce nel 2005, anno nel quale mi sono beccato anche un DASPO per la causa viola. Brevi scontri fuori dallo stadio, qualche cazzotto, due pedate. Sono cose che si fanno e si facevano spesso, una volta. Eppure mi hanno tenuto un anno lontano dallo stadio. Ricordo che c’era sempre grande tensione in casa, quando la Fiorentina non vinceva ero nervoso e mi sfogavo con Beatrice. Sgridavo i bambini per ogni piccola cosa, la mia vita era dedicata al colore viola per tutta la settimana. Non c’ero per nessuno, solo per la maglia. Ho trascurato mia moglie e i miei figli per andare in trasferta in tutta Italia e in Europa, ho speso molti soldi pur dovendo tirare la cinghia per arrivare a fine mese. Una vita dura, piena di livore e poche, pochissime soddisfazioni. Poi, quasi improvvisamente, negli ultimi anni ho iniziato a rallentare. La passione è diminuita, si. Non so dire se sia colpa della gestione societaria, come tanti sostengono. Fatto sta che la domenica ho iniziato a uscire con la mia famiglia. Ho scoperto tanti posti meravigliosi raggiungibili in meno di un’ora da casa. Ho riscoperto la natura, la storia, la cultura. Ho riscoperto mia moglie Beatrice. Ho finalmente tempo da dedicare ai bambini, con i quali ho sviluppato una rapporto bellissimo. Ho tempo per me, ho tempo per vivere. Da quando non seguo più la Fiorentina sono sempre calmo e rilassato. Ho anche migliorato il mio rendimento sul lavoro e perfino quello tra le lenzuola. Certo, guardo ancora i risultati delle partite e mi interesso all’andamento della squadra, ma non me la prendo più come una volta. Ho imparato a valutare il calcio per quello che è: un gioco. Ho capito che la vita non va messa nei piedi di ragazzini milionari, nella capacità di sgrammaticati professionisti del mercato o nel borsellino di avidi proprietari. La vita è fuori dallo stadio. Vinciamo? Bene! Perdiamo? Chissenefrega! Non mi avrete mai, non più. Adesso sono uno uomo felice. Sono libero e me la voglio godere!”
NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione
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