L’incredibile caso Milinkovic-Savic: truffe, raggiri, dirottamenti e mafia tra Roma e Firenze

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Vendette, inganni, minacce, tranelli. Questa la sintesi dello sfumato trasferimento a Firenze del serbo Milinkovic-Savic. La Lazio, da sempre in vantaggio sul calciatore, aveva già trovato l’intesa totale forte  degli ottimi rapporti slavi tra l’entourage del calciatore ed Igli Tare. Nonostanze le insistenze, la Fiorentina non era stata capace di convincere il giovane centrocampista, “no progeto, no Delavale” aveva infatti ripetuto più volte il serbo durante le telefonate intercorse con la sede viola. Ma Paulo Sousa riteneva il calciatore indispensabile per la sua nuova squadra e quindi la dirigenza gigliata ha deciso di fare un ultimo folle tentativo. Ecco cosa è successo.

A bordo di un aereo biancoceleste dell’olandese KLM, abilmente mascherato con tanto di aquila sulla coda, Pradè, Rogg, Pereira e Angeloni sono partiti alla volta del Belgio, sperando di intercettare il calciatore. Arrivati a Genk sono riusciti prima ad individuare la casa di Milinkovic e poi, dopo lunga attesa, hanno finalmente incontrato il giocatore.

“Ragazzi, fateme parla’ a me. Ce penso io. Voi metteteve dietro de lui, nun se po’ mai sape’… ricordateve er piano!” ha esordito Pradè, disponendo strategicamente gli altri tre dirigenti nella stanza.
“Ah Milì, semo amici de Roma, te portamo a firma’ pe’ a’ Lazzie”
“Si, belo, mio sonio se avera. Pero tu facia no nuova, io visto te in…”
“Daje, cazzo! Moveteve co’ sta mazza!”

In men che non si dica Milinkovic era sull’aereo in direzione Firenze.

“Presidente, semo in viaggio. Tutt’apposto, nun se preoccupi. Ha accettato tutte le condizioni”.

A Peretola poi un gustoso teatrino è stato messo in atto con addirittura il presidente Cognigni sceso in campo mascherato da centurione, mentre il dott. Fagorzi sorreggeva una sagoma in cartone del Colosseo. La manfrina ha funzionato talmente bene che il serbo ha voluto scattarsi un paio di selfie prima di proseguire in taxi verso lo stadio.

Giunto al Franchi, le prime perplessità. “Questo no stadio di Lazie” ha protestato il calciatore. “Questo è lo stadio de servizio, nun te preoccupa’ vie’ dentro che ce sta Lotito cor contrattino” lo ha rassicurato ancora una volta Pradè introducendolo nella sede viola.

Le foto di Ariatti e Maspero erano state prudentemente sostituite da gigantografie di Chinaglia ed all’interno dell’ufficio attendeva un sudatissimo Andrea Della Valle, nascosto dietro una pesante maschera in gomma con i tratti somatici di Lotito.

Finalmente convinto, Milinkovic-Savic era già con la penna in mano quando, sul cellulare del ragazzo, è giunta una videochiamata. Si trattava proprio di Lotito, con una lunga parrucca in testa ed un trucco molto pesante su guance e labbra, che chiedeva aiuto al giovane. “Amore, aiutame! Me minacia, me ucide!” gridava fingendo di allontanare il coltello che gli puntava alla gola un omone albanese impersonato dall’eclettico Tare, il quale minacciosamente ribatteva: “sitta, putana! Spako botilija, rovino familjia! Tu firma per Lazie, quelo no presidente di Lazie, quelo Delavale!”.

Il ragazzo, scoppiato in lacrime vedendo la sua donna trattata in quel modo, si è quindi alzato di scatto ed ha strappato la maschera dal viso di Della Valle. “Amore mio, che tranelo, che trufa! Io salva te, prende freciarosa, te ariva a salvare! Resiste, amore!”.

Salito di volata sul taxi che i dirigenti viola avevano fatto chiamare per condurre il calciatore alle visite mediche, Milinkovic-Savic si è fatto accompagnare alla stazione, partendo immediatamente verso Roma e scomparendo nel nulla. A niente sono valse le proteste da parte dello stuolo di DG, DS, DT della Fiorentina. Nessuna delle loro richieste è stata nemmeno ascoltata, neppure quella di un rimborso spese per il passaggio aereo e per l’affitto del costume da centurione.

La vicenda ha ovviamente fatto il giro del mondo e tutti i principali media, sportivi e non, ne hanno parlato. La tenacia, la caparbietà e la fantasia della Fiorentina non sono valse purtroppo a nulla in questa brutta vicenda. La società ne esce però comunque a testa alta, niente infatti può essere imputato alla dirigenza che ha fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità per convincere il calciatore, e forse anche qualcosa in più.






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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