“Nonno, qual’è la più grande trasferta della storia del calcio?”
“Non lo so amore, ma credo quando i fiorentini andarono a Gubbio. Era il 16/03/2003, allo stadio Pietro Barbetti di Gubbio la squadra di casa ospitava la Florentia Viola, fenice risorta dalle ceneri della gloriosa Fiorentina e compagine rappresentativa della città di Firenze in attesa di riavere gli approriati nome e marchio.
Il tifoso fiorentino, da sempre abituato ad assistere a partite di cartello in stadi prestigiosi, si era ritrovato quell’anno a visitare stadi di serie C2, in campi di periferia assistendo a partite di dubbio gusto che diventavano guardabili solo dopo uno 0,75 di vino rosso e metanolo. Lo stadio Barbetti di Gubbio aveva una capienza di 5.300 posti ma non ne aveva mai riempiti più di 1.500 considerando i 1.000 eugubini e un nugolo di tifosi ospiti. Quell’anno però, la Florentia Viola aveva già abbattuto molti record in quasi tutti gli stadi della C2 e Gubbio era nel mirino. Il 2/03 la Florentia espugnò Poggibonsi e il 9/03 sconfisse in casa il Grosseto. Al fischio finale, i tifosi consultarono il calendario e lessero :
“16/03 Gubbio- Florentia Viola”
Il Franchi si vuotò e nel bisbiglio si udiva soddisfazione per l’ennesima vittoria e tra pacche sulle spalle e saluti di rito , i tifosi si davano appuntamento alla trasferta successiva. Nessuno, per amor proprio, ebbe il coraggio di chiedere numi sulla ridente Gubbio ma era evidente che i più non sapessero dove si trovasse. Giravano voci diverse e in molti ostentavano una cultura spiccia, in realtà l’unica cosa certa era che lì, c’era un prete scaltro che si muoveva in bicicletta. Il tifoso fiorentino medio, rientrato a casa, non tardò a cercare conferme. Presa l’enciclopedia, scoprì che Gubbio si trovava in Umbria. Poi riprese l’enciclopedia e cercò di capire cosa fosse l’Umbria e soprattutto dove si trovasse. Dopo essersi acculturato organizzò l’ennesima scampagnata domenicale. Qualcuno più sprovvisto non volle conferme ed esclamò con tono risoluto alla moglie:
“Amore, domeniha ti porto a Gubbio, il Piemonte un s’è mai visto”.
Ma non fu una trasferta come tutte le altre, perché a Gubbio, per motivi non precisati, ci andò tutta Firenze, tant’è che tutt’oggi non esiste fiorentino che non dica “Io a Gubbio c’ero”.
Quella mattina il freddo era pungente, la temperatura in zona Campo di Marte si aggirava intorno ai -15°. Qualcuno, per timore di fare tardi, partì molto presto sfruttando i favori dell’alba. All’inutile rotonda del Teatro Tenda ci fu il più grande ingorgo della storia con circa 50.000 vetture e 500 pullman incolonnati. Il CIS non tardò a dare i suoi classici utili consigli..
“Se avete sete bevete, se avete sonno dormite, se avete fame mangiate”
Superato l’ostacolo la colonna di mezzi si diresse lungo la A1 in direzione Vadichiana per poi imboccare la superstrada per Perugia e proseguire per Gubbio. Sul lago Trasimeno la temperatura sfiorava i -20°; il lago ghiacciato era uno spettacolo incredibile ed alcuni scaltri e spericolati gruppi isolati, decisero di passare sul lago per superare la colonna di vetture che procedeva a passo d’uomo. 20km prima di Gubbio uno stormo di spazzaneve si mise alla guida della colonna per fare strada in mezzo ai 12mt di neve che erano caduti in Umbria. Giunti a Gubbio , i 350.000 tifosi della Florentia Viola si accorsero con stupore che lo stadio era completamente ricoperto di neve, circa 30mt, e nel silenzio si udì :
“Maiala se neviha in Piemonte”
Questo non frenò la voglia di assistere alla partita. i 350.000 tifosi viola si accordarono con i 5 del Gubbio che non erano rimasti rintanati nelle loro casette in pietra e a mani nude iniziarono a scavare nella neve alla ricerca dello stadio che fu trovato dopo ore di ricerca da 2 abbonati di Tribuna che commossi furono acclamati e portati in trionfo. Ormai che c’erano, i solerti tifosi viola costruirono con il ghiaccio rimasto altri 4 anelli supplementari con tanto di seggiolini numerati per ospitare tutti i convenuti. Solo dopo molte ore le squadre riuscirono a scendere in campo e disputarono la partita più brutta della storia della C2. Il pubblico, completamente distrutto dal viaggio estenuante e dalla fatica, dormì per tutti i 90 minuti , caduto in un sonno corroborato anche dal solito metanolo e interrotto solo dal rumore sordo di un incrocio dei pali al 90° colpito su rigore da un eugubino che gettò al vento l’unica emozione vera di una partita inguardabile, passata alla storia solo per il record di presenze.
Ucciso il rigorista, i 5 tifosi eugubini salutarono affettuosamente gli angeli della neve che con orgoglio tornarono verso casa impazienti di raccontare ai propri figli e nipoti di essere stati a Gubbio a spalare la neve”.
NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione
Bello! Però “qual è” si scrive senza apostrofo…;-)
Il tuo nick mi suggerisce che tu sia un accademico della Crusca. Hai ragione, qualcuna scappa.