Joaquin e il mistero della disposizione H – Tratto da una storia vera

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A.D. 3214

“Nonno mi racconti una storia per addormentarmi?”

“Certo, ti racconterò una storia di inganni ed equivoci ambientata oltre 1.000 anni fa. Correva l’anno 2015 addì 16 del mese di marzo. Firenze attendeva con trepidante attesa la partita che avrebbe potuto rilanciarla in campionato entrando di fatto a far parte della volata Champions League. Si giocò di lunedì alle ore 19, un giorno comodo e soprattutto un orario comodissimo per recarsi allo stadio ed assistere ad un big match. Pensa che fino a qualche anno prima le persone lavoravano e non sarebbe stato possibile giocare a quell’ora garantendo un minimo di pubblico; per fortuna il progresso. Gli spettatori defluivano ai tornelli, le donne procaci venivano perquisite, gli uomini schifati e nel frattempo gli spalti si gremivano.

“Nonno cosa sono i tornelli?”

“I tornelli erano degli accessi di massima sicurezza”

“E a cosa servivano”

“Esattamente non si è mai capito, infatti fanno parte dei misteri del mondo insieme ai Cerchi nel grano, le linee di Nazca, Stonehenge e la tessera del tifoso. Le studierai a scuola”.

“Ma è vero che gli accendini non si potevano portare nello stadio?”

“Si, vero. A quei tempi si pensava che fossero pericolosi, girava la voce che un tifoso nel 1978 dalla curva Fiesole tirò un accendino in campo uccidendo un terzino e ferendo gravemente un fotografo abusivo. Poi scoprirono che dietro tutto questo c’era un organizzazione a delinquere capitanata dalla Bic. Ma questa è un’altra storia, torniamo a noi. Gli spalti si gremivano e cresceva l’adrenalina. Nello spogliatoio vibrava la giusta tensione mista ad euforico entusiasmo. Il mister si apprestava a dare le ultime indicazioni alla sua squadra quando tutto trafelato entrò nello spogliatoio il suo spaurito vice:

Mister, non è il Milan, temo sia il Brasile. Li ho visti indossare la maglia gialla del Brasile con i pantaloncini verdi, alcuni erano di colore e parlavano chiaramente di una disposizione H. Sicuramente si tratta del famoso 4-2-4 che ha reso famoso il Brasile del ’58”

Il gelo calò nello spogliatoio, la disposizione H e il rischio che si trattasse del Brasile, tolse tranquillità alla squadra. I giocatori sbucarono dal tunnel e lo stadio intero si ammutolì. Era davvero il Brasile? La partita iniziò e la Fiorentina apparve davvero in difficoltà nel decifrare la disposizione tattica particolarmente aggressiva degli avversari che senza dare dei veri e propri punti di riferimento sembravano il doppio. Intanto in panchina giravano biglietti, schemi e ipotesi,  tutti cercavano di decifrare per trovare la giusta contromossa. Il tempo scorreva e la Fiorentina soffriva tremendamente al punto che i brasiliani trovarono il gol del vantaggio con uno schema che prima di allora si era visto solo  in una puntata di Holly & Benji. Finta di tirare in porta per spiazzare portiere e difensori, pallone che viene spedito dalla parte opposta dove arriva un attaccante che di Destro mette nella porta sguarnita. Talmente perfetto da sembrare casuale. La fine sembrava vicina quando dalla panchina si alzò Joaquin, un talentuoso fluidificante spagnolo con l’hobby dell’enigmistica che esclamò:

“Mister, non è il Brasile!!! E’ il Milan! Ho riconosciuto la giocatrice bionda in difesa, le maglie sono solo un tentativo di truffa!”

“E lo schema H!?” Replicò Montella.

“Si tratta sicuramente della disposizione H, ACCAzzodicane che ha reso famoso il Milan di Inzaghi!! Mi faccia entrare, ci penso io.”

Montella dunque fece entrare lo spagnolo che in men che non si dica risolse l’incontro con un assist per la rete del pareggio e con un colpo di testa all’incrocio per il gol vittoria.






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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