Chi c’è c’è … la Leggenda

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A.D. 3.250

“Nonno, ma quando eri giovane tu esisteva già il Chi c’è c’è … ?”

“Ma certo, mica sono così vecchio! Non si sa bene quando abbia avuto origine ma si ipotizza che risalga addirittura ai primi anni del secolo scorso”.

“Me lo racconti ?”

“Va bene, ti racconto la leggenda perché dati certi non ce ne sono. Qualche anno prima che tu nascessi, durante i lavori per la realizzazione della linea 4 della metropolitana di Cistio, furono ritrovati alcuni resti di un antico villaggio rurale tra cui alcune bottiglie in vetro di quelle che all’epoca venivano usate per contenere il vino, piatti in ceramica bianca, alcune tavole in legno, i resti di un forno, 4 biglietti celesti usati all’epoca per le lotterie e soprattutto un antico giornale miracolosamente conservato: l’originale n.2 di RuttoSport oggi conservato al Vinciguerra Museum di New York. La data riportata sul giornale è il 12/09/2014. La leggenda, ma è solo una leggenda, vuole che lì abbia avuto inizio tutto.

Si narra che per ricordare un amico scomparso, nel luglio di quell’anno alcuni valorosi uomini gettarono le basi per l’organizzazione di un evento memorabile, il più grande e fastoso di tutti i tempi. Di loro non si è mai saputo nulla, si racconta solo che “erano bellissimi, bravissimi e dotati di intelletto superiore” così racconta il noto filosofo Doronzo nelle sue memorie. Scelsero con cura il luogo che doveva essere facilmente raggiungibile da una grande massa di persone e soprattutto doveva poter contenere senza problemi 70.000 invitati. La località prescelta, sempre secondo la leggenda, fu Cistio. All’epoca si trattava di un villaggio rurale, poche case e ampi spazi che agevolarono l’evento. Furono invitati grandi ospiti e tutti accettarono con onore l’invito; vi erano saltimbanchi, cazzari, mangiatori di fuoco, bevitori di vino, fumatori di sigarette, uomini meravigliosi, donne stupende, bambini prodigio e anche un temerario giunto sul luogo con camicia a strisce bianconere pettinato come il mostro Vidal; solo la magnificenza degli organizzatori gli consentì di crescere sano e diventare uno dei più grandi filosofi che il mondo ricordi.

L’appuntamento era tassativo alle ore 20.30 per dare inizio ai festeggiamenti alle 20.45. I primi ospiti, i più puntuali, giunsero alle 21.15 dopo aver vagato per tutto il Mugello  in balia delle curve. Alle 21.45 giunse il gruppo più consistente, affamato e sfinito dalle imprecazioni. Finalmente alle 22 ebbe inizio la festa. Giunti sul luogo scoprirono che non si trattava di un invito di cortesia ma che avrebbero dovuto pagare la modica cifra di 25 euro (circa 15 Cistiodollari di oggi) più tutta una serie di eventi a tradimento che fecero salire l’obolo a cifre difficilmente sostenibili. La leggenda vuole che gli organizzatori apparissero all’improvviso inventandosi gabelle ovunque, anche in bagno. Questo rese gli avidi e raggirati ospiti ancor più desiderosi di divorare la qualunque giusto per dare un senso a quella spesa fuor di misura. Tutti mangiarono, bevvero e si divertirono come se non esistesse un domani. Alcuni furono visti allontanarsi addirittura con bottiglie di vino in tasca, salami, cartocci di prosciutto, fiaschi di brodo di trippa del Carocci, sacchetti di tortelli congelati e manciate di tiramisù alla pistoiese. I più arditi, un esperto gruppo di trasfertisti professionisti saccheggiatori da autogrill, fu ritrovato dalla polizia il giorno dopo mentre tentava di svalicare l’appennino con una cucina industriale, due frigoriferi da bar, 35 damigiane di vino, 12 tavoli in legno da sagra, un forno per le pizze in muratura e 2 confezioni di Tuc. “Quelli per il viaggio fanno sempre comodo e poi si intascano facile” dichiarò uno di loro al momento della cattura.

Grazie a tutto ciò, l’evento ebbe una risonanza mondiale. Solo in quella sera furono raccolti oltre 600 euro al netto delle spese che furono immediatamente devoluti alla fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer. I dipendenti del Meyer, impietositi, fecero una colletta e racimolarono in 5 minuti 2.000 euro che consegnarono nelle mani degli organizzatori dicendo loro “Ne avete più bisogno voi, poverini”. Quei soldi furono la base da cui partì la crescita esponenziale dell’impero finanziario oggi conosciuto come “Burpsport Journalism Foundation” che controlla il 94% dell’informazione mondiale e che organizza ogni anno il “Who there is, there is …” più comunemente noto in Italia con il nome di “Chi c’è c’è…”






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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