Il tribunale di Milano ha deciso, dopo sette ore di camera di consiglio, la condanna per Silvio Berlusconi per il reato di frode fiscale nell’ambito del cosiddetto “processo Mediaset”.
Si discuteva sulle pene accessorie alla condanna inflittagli il 1° agosto 2013 dalla Cassazione: 4 anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto. Quindi gli restano 12 mesi da scontare. Su quelli si attendeva la decisione , le ipotesi erano gli arresti domiciliari, la carcerazione, oppure, come emerso nelle ultime settimane, l’affidamento in prova ai servizi sociali.
Ero veramente convinto che i giudici avrebbero scelto una pena morbida, e invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista né sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese”, ha detto l’ex premier.
Il tribunale ha di fatto accolto le richieste del legale Niccolò Ghedini che chiedeva per il suo assistito l’esclusione degli arresti domiciliari e l’affidamento ai servizi sociali individuando il servizio di 1 giorno la settimana presso un istituto di disabili, ma ha ritenuto non idoneo alla pena l’istituto individuato dalla difesa ed ha quindi nominato d’ufficio la struttura di disabili presso cui l’ex premier dovrà prestare servizio: l’AC Milan.
“Non ho niente contro i disabili, ma anche alla disabilità c’è un limite”. Ha dichiarato Berlusconi all’uscita del tribunale, visibilmente provato. “Non ritenevo nemmeno di dover essere punito, figuriamoci se posso accettare di passare la domenica in tribuna a vedere giocare il Milan, mi pare eccessivo”.
Intanto a Piazza Affari Mediaset perde più di cinque punti in finale di seduta, poco dopo la lettura della sentenza di condanna.
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La Redazione
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